Approfondimenti socioculturali e pratica sul tema del SACRO
Durante gli incontri di Yoga Sociale, abbiamo iniziato con Monica, ad esplorare il Sacro.
Come?
Attraverso la meditazione in posizioni statiche e in movimento, attraverso il Pranayama Ujjayi, i vocalizzi e le sonorità, abbiamo sentito i Vayu, i venti energetici interni, abbiamo sperimentato una percezione energetica del corpo. Capiamo quindi come la pratica di percezione attraverso il corpo, ci aiuti a cogliere aspetti più sottili.
A che cosa ci riferiamo utilizzando il termine Sacro?
Il termine “sacro” ha origini antichissime, può assumere diversi significati e numerosi sono gli studi antichi e moderni che hanno cercato di indagare la dimensione del sacro.
Proviamo a partire da una descrizione del Sacro come una forza misteriosa, talmente eccedente la capacità umana di comprensione, che rimane un Mistero.
Per aiutarci a entrare in contatto con la nostra parte sacra, per esplorarla in modo libero, è utile dare uno sguardo anche al contesto socioculturale in cui viviamo e capire i condizionamenti che ne derivano.
La società occidentale attuale ha perso la confidenza con la concezione sacra dell’esistenza: man mano che la cultura scientifico-razionale ha preso piede, progressivamente è scomparsa la presenza della dimensione del sacro che un tempo, nella vita di tutti i giorni, era presente in ogni cosa.
La rappresentazione dell’uomo come espressione del sacro è qualcosa che oggi può sembrare difficile da concepire, perché viviamo in un contesto diviso, in cui abbiamo lo spirito da una parte e la materia dall’altra e noi organizziamo tutto il nostro mondo su questa visione separata.
Per cogliere la dimensione del sacro, occorre superare la visione separata e terrena, e percepire oltre i confini del razionale, ricordandoci che l’esperienza del sacro è intrinseca all’esperienza umana.
“Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non un momento della storia della coscienza. L’esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall’uomo per costruire un mondo che abbia un significato”. (Mircea Eliade, Discorso pronunciato al Congresso di Storia delle religioni di Boston il 24 giugno 1968).
Per poterci liberare dai condizionamenti, occorre innanzitutto intraprendere un percorso di conoscenza critica, che ci porti ad analizzare e valutare qualunque situazione in qualunque contesto.
La realtà è complessa ed è il risultato di un’elaborazione mentale, ovvero di un insieme di rappresentazioni, per cui solo attraverso la destrutturazione di tutto ciò che noi crediamo vero, arriviamo all’universale.
È quindi essenziale recuperare una visione relazionale olistica, in cui sia incluso il senso del Sacro, come elemento che appartiene alla nostra natura profonda.
Questa espansione di coscienza, questo incremento conoscitivo, fa parte della conoscenza integrata: che integra al pensiero logico razionale, la conoscenza rivelata, ovvero intuitiva, che coglie la conoscenza tramite in-spirazione.
La pratica, attraverso tecniche contemplative, meditative, riti, tecniche del corpo, ci porterà a percepire che cosa c’è dentro di noi: tutto ciò che capita dentro di noi, di cui ci accorgiamo, senza commento, sviluppa la via che ci appartiene.
Per questo nella pratica di Yoga Sociale, vogliamo portare l’attenzione alla sacralità del corpo, attraverso una conoscenza critica, ciò significa entrare nell’asana mantenendo un approccio critico, ovvero imparando a cucire l’asana su di noi, per capire se è ciò che fa per noi e se è la strada che vogliamo intraprendere.
Rimaniamo quindi in una condizione di auto osservazione, di apertura e ascolto e potremo giovare di un’acquisizione diretta del nostro mondo interiore, che ci porterà spontaneamente verso ciò che fa per noi, verso le situazioni e le persone adatte a noi. Se ci affidiamo al nostro mondo interiore, le cose mutano naturalmente e proviamo un forte senso di gratitudine.
Nel percorso di consapevolezza di ciascuno di noi, per migliorare le nostre capacità e liberarci dai condizionamenti, stabilire il contatto con il Sacro, grazie a una visione totale, in cui l’uomo non è definito dalla sua forma corpo-mente, ma è integrazione con il cosmo, è espressione del cosmo, ci permette di diventare canale di questo mistero.
Articolo a cura di Chiara Matteuzzi.
Materiale didattico 2° anno corso Operatore Socioculturale per il Cambiamento Migliorativo, Unisociologia, (A.A. 2023-2024)
Mircea E. (2013), Il sacro e il profano. Bollati Boringhieri.
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